Il parto - Dott. Luciano Di Leo

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La donna partorisce da sempre, questa affermazione è provata dall’esistenza stessa dell’uomo.
Nel corso dei secoli fino all’800 circa i meccanismi che regolano le modalità del parto erano pressoché sconosciuti e l’uomo considerava lo stesso come un evento naturale da dover subire e quindi accettare sempre e comunque anche quando diventava un evento tragico.


La mortalità materna e neonatale era altissima, ma era così che la natura voleva e quindi era normale.
Il parto è un evento assolutamente fisiologico e naturale. Non necessita di aiuto medico, se si accetta il fatto che come tutti gli eventi naturali ha insito un pericolo non indifferente di incidente.
Esistono infatti tanti problemi prevedibili o meno che possono mettere a rischio la salute o addirittura la vita del nascituro e della partoriente.
Molti di questi problemi sono risolvibili oggi ricorrendo al taglio cesareo o a manovre particolari che riducono significativamente i tempi del parto stesso.


Normalmente comunque l’intervento medico, se appropriato, anche se non è totalmente risolutivo, riduce i danni del nascituro.
Il taglio cesareo venne eseguito per la prima volta nel 1500 ed era un intervento di apertura dell’addome per provare ad estrarre il feto in vita dopo il decesso della madre. Normalmente ciò non accadeva mai.


Con l’avvento degli anestetici e degli antibiotici il taglio cesareo cominciò ad essere un intervento chirurgico che aveva buone probabilità di successo e spesso salvava la vita alla madre ed al bambino.
Negli anni 80-90 con il progredire delle conoscenze scientifiche, ma soprattutto con l’avvento di massa dell’elettronica in medicina, si ebbe una più alta medicalizzazione della gravidanza e del travaglio di parto (ecografia, cardiotocografia).  Nelle scuole di specializzazione di ostetricia e ginecologia si diffuse l’insegnamento della tecnica chirurgica del taglio cesareo. L’anestesia da totale diventava locoregionale (spinale). Insorgevano sempre più gravidanze a seguito di tecniche per l’infertilità. L’età media delle donne che partorivano aumentava in maniera sensibile. Tutto ciò ha procurato un aumento vertiginoso dell’incidenza dei tagli cesarei rispetto ai parti spontanei.
Questo ha prodotto certamente una stortura nella società e nell’idea del parto nelle donne, ma ha ridotto inconfutabilmente gli incidenti legati al parto naturale.
Allora le sale parto erano affollate da donne che soffrivano, urlavano, o raramente quelle più controllate che respiravano affannosamente per controllare il dolore che le affiggeva durante il travaglio.

Quando si arrivava finalmente, dopo ore di travaglio, in vicinanza del traguardo, era quasi del tutto normale sentire la richiesta della donna di essere sottoposta a taglio cesareo perché sfinita.
A quel punto l’ostetrica od il medico doveva trasformarsi in psicologo per fare in modo che la donna non perdesse la fiducia nelle sue capacità di partorire. Se tutto procedeva per il verso giusto, di li a poco (1 - 2 ore) avveniva il parto.


Oggi l’alternativa al taglio cesareo per quanto riguarda il dolore del travaglio, è l’analgesia epidurale e non il regresso clinico che molti ci vogliono imporre, tornando a fare l'ostetricia degli anni 60.
E’ possibile così come si fa per qualunque altro evento medico doloroso, ridurre o annullare la percezione dolorosa del travaglio e del parto.
Il parto indolore oggi è una realtà assolutamente sicura e collaudata perché utilizzata ormai da tanti anni.
Come tutto ciò che è ad alto livello tecnologico, richiede una equipe medica (ginecologo, anestesista, ostetrica e pediatra) di sicura esperienza ed affiatata nella gestione del travaglio e del parto.
Offrendo alle donne la possibilità di non sentire dolore, di programmare il parto, è certamente possibile ridurre l’incidenza dei tagli cesarei, senza ridurre in maniera sensibile la sicurezza del parto.
Bisogna anche ricordare che comunque le ideologie (pro o contro cesareo, pro o contro parto, pro o contro epidurale) non sono mai buone consigliere nella gestione medica, per cui è più saggio usare il buon senso.


 
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